Wikipedia, l’enciclopedia libera creata grazie al contributo degli utenti, da sempre divide il mondo della scienza. Accanto a chi si schiera a favore della pubblicazione, ci sono i detrattori che mettono in dubbio la correttezza delle voci elencate, la gestione dei contenuti da parte della ristretta cerchia di operatori, o mettono in evidenza le bufale che puntualmente vengono pubblicate.
A provare a dririmere la questione ci prova una nuova ricerca i cui risultati mostrano che Wikipedia, in fondo, non è poi così male.
Il paper “Science Is Shaped by Wikipedia: Evidence from a Randomized Control Trial” firmato da un gruppo di ricercatori del Mit e dell’università statunitense di Pittsburgh dimostra una correlazione diretta fra le informazioni disponibili sull’enciclopedia diffusa e il modo in cui quella mole di informazioni va a influenzare la stessa ricerca scientifica che sarebbe posisitvo.
Il punto positivo, infatti, è che Wikipedia disporre di database così sterminati di informazioni facilmente e liberamente accessibili incide sul lavoro dei ricercatori e sulla pubblica opinione, specie dove i canali tradizionali di aggiornamento sono più scarsi.
Per stabilire questa virtuosa correlazione i ricercatori hanno preso un gruppo di articoli scientifici e li hanno divisi in due sottoinsiemi. Uno l’hanno pubblicato su Wikipedia e l’altro è rimasto privato. Dopo un certo periodo sono stati in grado di determinare come quei lavori scientifici non solo avessero influenzato una serie di altre ricerche pubblicate dopo la loro diffusione online, ma anche l’elevata frequenza di citazione.
Sebbene citare Wikipedia in studi di rilievo, ma ormai anche in ricerche di altro genere, sia in certi casi proibito e in altri poco indicato, la realtà dimostrerebbe che l’accessibilità alle informazioni presenti sull’enciclopedia web è al centro della diffusione dell’informazione, che la condivisione delle ricerche scientifiche è benefica e che questi benefici si possono provare nel giro di pochi mesi.
“Le nostre scoperte non parlano solo dell’influenza di Wikipedia – hanno infatti scritto gli autori – ma più generalmente dell’influenza degli archivi di conoscenza scientifica. I risultati suggeriscono che la maggiore disponibilità di informazioni in questo tipo di database è un modo redditizio di far avanzare la ricerca. Si tratta di progressi che aumentano i livelli di uguaglianza, a beneficio delle persone senza accesso tradizionale all’informazione scientifica”.