Il problema della sicurezza informatica si sta rivelando all’opinione pubblica in tutta la sua criticità. Smartphone e tablet controllati, persino quelli di importanti leader politici e istituzionali, furti di dati elettronici di ogni tipo, dalle password ai codici delle carte di credito, hacker in azione su siti web e app. E’ un problema che riguarda tutti noi, e ancora di più chi ricopre incarichi di un certo rilievo o chi ha a che fare con invenzioni, brevetti, proprietà intellettuali, dati sensibili di clienti o iscritti ai propri servizi.
Purtroppo manca la consapevolezza di questa problematica da parte di leader e dirigenti di impresa. A sottolinearlo, se non fosse già abbastanza evidente, arriva una nuova ricerca condotta da Euromedia Research e commissionata da Yoroi, una società italiana che opera proprio nel campo della cybersecurity. Secondo i dati raccolti, nel 2016 una Pmi italiana su due ha subito un attacco informatico che ha causato perdite economiche che in tre casi su quattro, sono state anche piuttosto importanti.
David Bevilacqua, AD di Yoroi con un passato ai certici di Cisco Italia ha spiegato: “Grazie a un attacco hacker si può rubare veramente di tutto, ma il problema è che il più delle votle gli imprenditori pensano di non aver nulla da rischiare. Sono abituati alla concretezza, a un mondo fatto di oggetti palpabili e seguendo questa logica approntano una difesa perimetrale, mettendo dei muri digitali all’entrata dei loro servizi in rete per proteggere gli ingressi. Tutto questo però, oggi, non basta. Le macchine collegate alla rete, ad esempio, sono punti d’accesso sensibili e spesso il time to market con cui ragionano le aziende produttrici comporta una sottovalutazione dei parametri di sicurezza di cui quest’ultime vengono dotate”.
Per affrontare al meglio il problema è necessario un cambiamento di approccio al tema della sicurezza, che sia ancora più attento al digitale. Il personale deve essere qualificato e sempre aggiornato, al passo con la crescente sofisticazione dei pericoli provenienti dal cyberpazio.